Al giorno d’oggi si utilizza una svariata gamma di materiali per la costruzione delle ortesi, come materiali metallici, termoplastici, termoformanti, fibre di carbonio e kevlar, gomma, pellame. Appare intuitivo come la scelta del materiale influenzi in modo rilevante le caratteristiche delle ortesi in termini di comfort, resistenza, di flessibilità e di peso. Anche in questo caso lo specifico pattern patologico del paziente influenzerà la scelta del tipo di ortesi da utilizzare. In generale l’arto inferiore, considerata la sua precipua funzione di sostegno e di propulsione in avanti, appare di particolare interesse come candidato all’utilizzo di ortesi. In particolare, i pazienti con emiplegia secondaria ad insulto cerebrovascolare sono spesso candidati ideali per l’utilizzo dl questi ausili. Nel caso di un paziente con esiti ictali, ad esempio, lo specifico ruolo dell’ortesi sarà quello di correggere il pattern di deambulazione, in modo tale da riavvicinarlo allo schema fisiologico e da permettere così al paziente, oltre che un ulteriore supporto alla riabilitazione, un cammino quanto più possibile funzionale e stabile in termini posturali. Prenderemo come esempio le ortesi gamba-piede perché risultano a tutt’oggi le più comunemente usate per correggere il quadro dell’equinovarismo del piede, che è il più frequente in pazienti con ictus cerebrale. La letteratura internazionale appare unanimemente concorde nel ritenere un criterio di esclusione per l’utilizzo di tali ortesi ,come pure delle ortesi in generale, una forma grave di spasticità.
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