Uno dei problemi cruciali nella riabilitazione dell’ictus cerebrale è il recupero della deambulazione. Una considerevole parte dei pazienti affetti da ictus raggiunge la deambulazione autonoma. La rieducazione della deambulazione, in una buona parte dei casi, consiste nel richiedere al paziente attività che mirano al ripristino della simmetria nella lunghezza dei passi ed al raggiungimento di proporzioni tra le varie fasi degli stessi. L’obiettivo finale è quello di raggiungere un cammino che consenta un efficiente spostamento nell’ambiente. Tale fine non può prescindere da una rieducazione delle reazioni posturali, poiché non è possibile l’attuazione di movimenti deambulatori in assenza di un adeguato controllo della postura. Al fine di stimolare il recupero della deambulazione è necessario che il paziente venga guidato nell’apprendimento da parte del terapista. Egli dovrà evitare di richiedere una eccessiva focalizzazione della attenzione sui dettagli del movimento, poiché un esagerato controllo dell’atto motorio da parte del paziente potrebbe rappresentare un ostacolo per il processo di apprendimento. Il recente sviluppo di tecniche che inibiscono farmacologicamente ed in modo selettivo la funzione muscolare ha consentito di sfruttare al meglio la potenzialità della rieducazione neuromotoria. Tale sviluppo è stato ulteriormente facilitato dall’aumento delle conoscenze riguardo ai patterns patologici di movimento nel paziente con ictus cerebrale e da nuove tecniche di bendaggio atte allo scopo.
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Le ortesi gamba-piede nel trattamento dell’ictus
Al giorno d’oggi si utilizza una svariata gamma di materiali per la costruzione delle ortesi, come materiali metallici, termoplastici, termoformanti, fibre di carbonio e kevlar, gomma, pellame. Appare intuitivo come la scelta del materiale influenzi in modo rilevante le caratteristiche delle ortesi in termini di comfort, resistenza, di flessibilità e di peso. Anche in questo caso lo specifico pattern patologico del paziente influenzerà la scelta del tipo di ortesi da utilizzare. In generale l’arto inferiore, considerata la sua precipua funzione di sostegno e di propulsione in avanti, appare di particolare interesse come candidato all’utilizzo di ortesi. In particolare, i pazienti con emiplegia secondaria ad insulto cerebrovascolare sono spesso candidati ideali per l’utilizzo dl questi ausili. Nel caso di un paziente con esiti ictali, ad esempio, lo specifico ruolo dell’ortesi sarà quello di correggere il pattern di deambulazione, in modo tale da riavvicinarlo allo schema fisiologico e da permettere così al paziente, oltre che un ulteriore supporto alla riabilitazione, un cammino quanto più possibile funzionale e stabile in termini posturali. Prenderemo come esempio le ortesi gamba-piede perché risultano a tutt’oggi le più comunemente usate per correggere il quadro dell’equinovarismo del piede, che è il più frequente in pazienti con ictus cerebrale. La letteratura internazionale appare unanimemente concorde nel ritenere un criterio di esclusione per l’utilizzo di tali ortesi ,come pure delle ortesi in generale, una forma grave di spasticità.