L’osteoporosi si definisce come “una malattia sistemica dello scheletro, caratterizzata da ridotta massa minerale e deterioramento microstrutturale del tessuto osseo, con conseguente aumento della fragilità dell’osso e maggior rischio di
fratture”.
Si calcola che, nel mondo, circa 200 milioni di persone siano attualmente affette da osteoporosi. La tendenza all’allungamento della vita media e all’invecchiamento delle popolazioni, in mancanza di seri interventi di prevenzione, determinerà nei prossimi decenni un significativo aumento dei casi.

I fattori predittivi del rischio di osteoporosi sono sostanzialmente i seguenti:

  • il “picco di massa ossea”, il nostro capitale osseo raggiunto intorno ai 25-30 anni;
  • la velocità con cui procede la perdita di massa ossea che inevitabilmente inizia fra i 40 e i 50 anni, e in particolare, per le donne, a partire dalla menopausa;
  • la durata di questa perdita, che ovviamente dipende dalla longevità dell’individuo, e che nelle donne è tanto più lunga quanto più la menopausa è precoce.

Un corretto programma di prevenzione – basato su una dieta corretta e su una regolare attività fisica – può modificare sensibilmente i primi due fattori, e quindi ridurre significativamente i rischi di fratture ossee da osteoporosi. Solo una corretta attività motoria può preservare davvero la massa ossea. Ed è questo il cardine dei programmi d’intervento nella prevenzione e gestione dell’osteoporosi, in quanto l’esercizio stimola il metabolismo osseo e favorisce lo sviluppo della massa scheletrica. Ma per riuscire nell’impresa devono essere praticate attività di tipo antigravitario. Fondamentali anche la costanza e la durata dell’allenamento: almeno 40 minuti e più al giorno, da tre a cinque volte la settimana. A qualsiasi età i suoi effetti saranno sempre positivi. L’attività motoria sarà quella che permetterà di buttare via gli analgesici, di aumentare le abilità funzionali nelle attività quotidiane, di diminuire significativamente il rischio di fratture, di migliorare l’equilibrio, i riflessi e il tono muscolare, prevenendo così il rischio di cadute. Se già si soffre di osteoporosi è bene innanzitutto rinforzare quelle aree del corpo maggiormente soggette a fratture, ossia il femore (squat, walking,step), le vertebre
lombari (con movimenti di estensione), i polsi (con esercizi specifici). Gli effetti positivi sull’osso si vedono solo se viene aumentato progressivamente il carico, fornendo al tessuto osseo una stimolazione moderata e prolungata nel tempo. 
In base all’età, alle condizioni fisiche generali e a quelle specifiche dello scheletro, il fisiatra ed il fisioterapista potranno consigliare l’attività fisica più adeguata, riducendo(come ampiamente documentato in letteratura) fino al 25% il rischio di fratture.